Visto che si sta parlando “ad libitum” sul tema referendum, mi sento quasi obbligato a dire la mia (tanto… non potrà essere più tossica di quelle che avete già letto/ascoltato).
L’executive summary è già il titolo.
La tesi che proverò a dimostrare (anzi la mia modesta proposta ) è la seguente:
“altro che referendum: qui ci vuole una bella riforma istituzionale, con riduzione del 90% del numero dei parlamentari, oppure (ancora meglio) votazione in capo ai Capigruppo e parlamentari dedicati ad attività para-curriculari (orge, comparsate a “porta a porta”, isoledeifamosi, isoledeifamosi con orge)”.
Quindi, vuoto per pieno, faccio mia la proposta che Berlusconi ha presentato a inizi marzo (per esempio, guarda qui , su un prestigioso quotidiano indipendente, lievemente legato a una nota fabbrica di automobili.
Vediamo perchè.
Fatto n. 1: l’attuale sistema elettorale non prevede la indicazione del voto di preferenza. I referendum (EDIT: per motivi procedurali – grazie Arturo) non sanano questa questione. Quand’anche (probabilità 5%) si raggiungesse il quorum, si continuerebbe a votare con l’attuale sistema bulgaro che ha portato in parlamento nani, ballerine e inghiottitori di spade (oltre a quelli di rospi, già ampiamente diffusi nella passata legislatura).
Il popolo “sovrano” non ha modo di scegliere all’interno di una lista chi debba essere eletto. Salta il meccanismo della rappresentatività e, in buona sostanza, qualsiasi divergenza di opinioni è eliminata a monte (ammesso che il candidato ci tenga alla pelle, alla poltrona, alla poltrona di pelle).
Fatto n. 2: Come immediata conseguenza della questione di cui sopra, i parlamentari chiamati a votare in parlamento (quando non votino “semplicemente” la fiducia al governo) assai difficilmente lo faranno in modo difforme dal volere di coloro che ce li hanno portati. Perchè dovrebbero farlo? Non rispondono all’elettorato ma, in presa diretta, a chi li ha messi in lista.
Da questo punto di vista è emblematica la dichiarazione del ministro Brunetta all’assemblea dei gruppi parlamentari del PDL (EDIT: fonte Radio Radicale fate click qui, trovate l’intervento in fondo alla pagina… parla della questione dopo circa 2 minuti). Citando a braccio: “il vostro lavoro è umile ma prezioso: spesso dovete votare su cose che non capite e vi annoiate parecchio in parlamento a spingere quei bottoni…”.
Peraltro, (cosa abbastanza divertente) non è stato linciato: lo hanno applaudito.
Fatto n. 3: La conseguenza logica è ovvia: se comandano i capigruppo e se i deputati non rappresentano più gli interessi del loro bacino di elettori, a cosa servono in parlamento? Consentiamo loro di fare altro (vedi la premessa).
A questo punto, ulteriore modesta proposta migliorativa. Votiamo con la scheda delle elezioni del 1934. E’ patriottica, evita i brogli e consentirebbe di risparmiare un sacco sulle operazioni di spoglio.
Tanto, non reagiremmo neanche per questo.
5 Responses
2009 Apr 17
Nota tecnica: i referendum possono solo togliere/abrogare pezzi di norma, non aggiungerli. Inoltre per essere ammessi devono tagliare parti di norma che non rendono inutilizzabile tutto il resto. Per cui era tecnicamente impossibile intervenire tramite referendum sulla parte delle preferenze.
2009 Apr 18
Grazie per la precisazione. Questo da una parte aumenta il mio desiderio di votare “si” al referendum (accrescendo il credito sulla buona fede del comitato referendario), dall’altra non sposta purtroppo di molto il problema.
2009 Apr 19
Se passa il refendum rischiamo una legge truffa…molto simile a quel passato e a quel regime…. praticamente un listone può prendere il potere pur non avendo il 51% dei voti…è un referndum eversivo e destabilizzante camuffato da esercizio di libertà…infine riflettendoci il voto di preferenza non è un canale per interessi clientelari ed inoltre non è sempre controllato dai partiti che decidono loro dove candidare i loro potenziali parlamentari? Ed infine siamo certi che senza i partiti le cose andrebbero meglio oppure saremmo vittime di trasformismo, clientelismo e voto mercenario… e poi meglio i partiti o il potere nascosto delle lobby?
2009 Apr 20
Argomenti interessanti.
In effetti il concetto di premio di lista non mi sconfinfera almeno quanto il premio di raggruppamento.
Sul secondo argomento, pero’, non sono d’accordo.
Il concetto di rappresentatività è la base stessa della democrazia indiretta. Chi mi rappresenta in parlamento (nome e cognome)? Con gli attuali strumenti di social networking la possibilità di mantenere un rapporto diretto con il “proprio” deputato sono ancora di più che in passato e che questi possa rendere conto in presa diretta all’elettorato delle proprie scelte un elemento importante della democrazia.
2011 Sep 16
É anche vero che sarebbe ammissibile un referendum propositivo in materia costituzionale e per assioma interessando il corpo elettorale, organo costituzionale dello stato, tenderebbe a tutelare il diritto di questo di eleggere i “propri rappresentanti” non di altri, diritto citato nella costituzione. Siccome il popolo é elemento dello stato sovrano, diventa primario che venga tutelato questo diritto, anche con un referendum. Del resto stiamo introducendo il pareggio di bilancio in costituzione perchè non inserire una legge di regolamentazione elettorale scaturita da un referundum propositivo costituzionale.