Non possiamo continuare a vederci così
31 Jan 2009
Intanto, caro blog, ben trovato. So di non essere stato molto presente negli ultimi tempi.
I troppi impegni hanno finito per rendermi afasico. E, peraltro, questo tipo di cose funzionano meglio quando le “puoi” fare rispetto a quando senti che le “devi” fare (vale per quel che dicevamo con Michiko)
Ciò detto.
L’argomento del giorno è “facebook”. Premetto che sono convinto dell’argomentazione buddhista che non siamo che la persona che vive in questo istante e che tutte le persone che siamo state in passato sono, per l’appunto, “state”. Non siamo noi. Sono altro.
Orbene, se vengo taggato in una foto di venti anni fa e riprendo contatto con i miei compagni del corso di teatro del liceo, se scopro che due compagni di classe sono morti, se vengo coinvolto in qualche bizzarra riunione di qualche entità estinta, partecipo a questi paralleli mondi virtuali con il mio essere attuale (e su questo non ci sono dubbi o dovrei essere Spock di Star Trek nella famosa puntata in cui era cattivo, irrazionale e col pizzetto – per intenderci, nell’universo dello specchio) ma sento in qualche modo che a quegli incontri partecipa ANCHE la mia essenza precedente.
La mia essenza attuale probabilmente se ne frega di quella precedente. O ha appena cominciato a capire che sarebbe stato opportuno essere più indulgente con lei. E l’indulgenza necessita tipicamente la distanza.
Quindi, percepisco che io e tutte le possibilità che scaturiscono dai miei “stati” passati cominciamo a essere davvero in troppi per la blogosfera. E anche per la mia vita.
E, considerato che l’unico reale sono io (sicuro?), ho abbastanza chiare le idee su chi debba andarsene.